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Quarto Simposio Internazionale "Verso la scoperta dell'Umano - dal Mondo dello stabilito alla libertà"

Attigliano (TR), Italia e Santiago del Chile, Chile  1 e 2 novembre 2014

In quest’epoca di grandi cambiamenti gli individui, le istituzioni e la società si trovano in situazioni di crisi. Viviamo in tempi di urgenze e possibilità.

Ciò che è “stabilito” non permette più di fornire risposte adeguate, tuttavia non si riesce ancora a scorgere ciò che verrà in tutta la sua pienezza.

Trasformazioni accelerate spazzano via il paesaggio sociale nel quale si sono formate le generazioni precedenti, creando abissi di incomprensione e insicurezza. Il vecchio mondo se ne è andato, il mondo nuovo non è ancora arrivato.

Il futuro si presenta incerto ma va progressivamente guadagnando spazio la certezza che sia necessario realizzare cambiamenti intenzionali e profondi per la sopravvivenza e l’evoluzione della specie umana. Soprattutto sta diventando chiaro che non ci sarà progresso se questo non sarà di tutti e per tutti.

Si tratta quindi di operare una trasformazione strutturale, rivoluzionaria, del modo in cui gli esseri umani vivono insieme e nel proprio ambiente.

Per operare questo cambiamento sarà imprescindibile scoprire ciò che è alla base di questo mondo che muore, ciò che effettivamente è in crisi: un tipo specifico di sguardo sull’Essere Umano.

L’Essere Umano non è un oggetto tra gli altri, un’entità data, sterile e immobile. Se si riduce l’umano al naturale o al puramente biologico, se lo si sottomette alla logica di ciò che è stabilito, finito e definitivo, si elimina il fondamento di ogni creatività e di ogni libertà.

Se, in questo momento, l’Essere Umano rappresenta appena un consumatore per il capitale e una coscienza ingenua per i mass media; se per un certa politica menzognera è solo un numero e per le fazioni religiose un eterno colpevole; se -in definitiva- le legittime aspirazioni umane vengono asfissiate, represse o manipolate in ogni angolo del mondo, chi può meravigliarsi allora del fatto che, sorgendo dalla parte più profonda dell’umanità, si manifesti oggi, nelle strade e nelle piazze, una giustificata ribellione?

Una ribellione che, insieme a un nuovo progetto comune, ha bisogno di scoprire e coltivare un nuovo sguardo su noi stessi.

Uno sguardo che prenda come punto di partenza la propria esistenza umana e la necessità di superare il dolore e la sofferenza.

Uno sguardo che rappresenti l’intenzionalità dell’Essere Umano, la sua capacità di dare direzione alla propria vita come individuo e come insieme e che proclami la sua capacità di scegliere, la sua libertà, la sua tendenza verso il non-determinismo.

Uno sguardo che non definisca l’Umano a partire da fattori esterni a sé ma che, allo stesso tempo, comprenda la sua connessione strutturale con l’ambiente nel quale gli tocca muoversi, superando il falso dualismo tra l’immorale oggettivazione di se stesso e degli altri e l’ingenua soggettivazione del mondo.

Uno sguardo che affermi la dinamica sociale e storica di ciò che è umano, come costruzione permanente della sua propria natura e sua corrispondente trasformazione.

Uno sguardo che comprenda come la violenza sia, alla sua radice e in ogni sua manifestazione, la negazione dell’umano negli altri e in noi stessi, e che affermi un atteggiamento di nonviolenza attiva come punto di partenza verso l’Essere Umano del futuro.

Uno sguardo che metta in contatto le potenzialità umane con il trascendente, sfidando l’assurdo che contrappone la materia allo spirito, il denso al sottile, ciò che è terreno a ciò che è eterno.

In definitiva, uno sguardo che collochi l’Umano come valore e preoccupazione centrale in una rinnovata scala di valori, mettendo in guardia sul fatto che, precedendo in altro modo, si finirebbe per giustificarne la sottomissione, apponendo il marchio del nonsenso su tutta l’azione cosciente.

Per questo, proclamando la possibilità di questo nuovo sguardo, avanzando verso l’urgente trasformazione che i grandi insiemi oggi reclamano e avvertendo l’impossibilità di passare a un’altra tappa dell’Umanità senza che questa scopra il suo illimitato potenziale e la libertà del suo destino, il Centro Mondiale di Studi Umanista invita al suo IV Simposio Internazionale “Verso la scoperta dell’Umano - dal mondo dello stabilito verso la libertà”

Invitiamo a partecipare attivamente a questa collettiva e imprescindibile riflessione sullo sguardo che abbiamo su noi stessi, sugli altri e sul fenomeno umano in generale.

Invitiamo a considerare le rivoluzionarie implicazioni che questa scoperta dell’Umano potrebbe avere nei diversi campi dell’azione umana.

Invitiamo a risvegliare la fede nella possibilità di portare avanti una trasformazione simultanea del mondo e di noi stessi, ponendo come asse un nuovo sguardo sul fenomeno umano.

I video di tutte le conferenze: https://www.youtube.com/playlist?list=PLQv0z1JKAxsO78_CdnlI34n1JbRwaG0XJ

 

Terzo Simposio Internazionale "Un Nuovo Umanesimo per una Nuova Civiltà"

Attigliano (TR), Italia e Punta de Vacas (ARG) 2, 3 e 4 novembre 2012

Lo sviluppo delle civiltà nel corso della storia non è stato un processo lineare. Nuove civiltà sono sorte mentre le precedenti si andavano destrutturando. Lo studio del processo storico ci indica che oggi l'umanità si trova nuovamente di fronte ad un bivio.

La crisi profondamente umana e sociale che il mondo sta affrontando, e che si riflette in tutti gli ambiti, invita necessariamente a fermarsi a riflettere sul modo in cui vogliamo continuare ad avanzare.

Il mondo è in continua trasformazione ad una velocità sempre più vertiginosa. Molte credenze, valori e ideologie plasmate in momenti precedenti non sono più capaci di dare risposta ai problemi attuali e ancor meno di contribuire con soluzioni che possano aprire l’orizzonte al futuro. Non crediamo che questa situazione debba intendersi in maniera catastrofica, ma che piuttosto serva a riconoscere in questo momento storico la fine di un’epoca e di una cultura. La crisi sta creando il vuoto necessario affinché nasca qualcosa di nuovo.


Questa crisi ci offre l’opportunità di fare un balzo in avanti nella storia dell’evoluzione umana. Un profondo cambiamento è in atto e sta nascendo una nuova sensibilità planetaria in mezzo al tumulto contemporaneo, che, guardando al futuro con cosciente ottimismo, porta con sé inevitabilmente una rinnovata concezione dell’essere umano, e quindi della società e del progresso.

Tuttavia questa nuova civiltà non sorgerà meccanicamente, ma avrà bisogno di una scelta intenzionale e creativa per costruire i suoi nuovi fondamenti.

L’identificazione dell’essere umano come valore e preoccupazione centrale, il riconoscimento dell’uguaglianza di tutti gli esseri umani, il rispetto per la diversità personale e culturale, l’affermazione della libertà di idee e credenze, la tendenza allo sviluppo della conoscenza al di sopra di ciò che è accettato come verità assoluta e il ripudio della violenza in tutte le sue forme, sono senza dubbio i punti fondamentali attorno ai quali può riunirsi e plasmarsi questa nuova sensibilità come parte di una nuova civiltà: la prima civiltà planetaria della storia.

Questo Nuovo Umanesimo, continuazione creativa delle migliori aspirazioni di coloro che ci hanno preceduto, non è proprietà di nessuna cultura né può essere cristallizzato in nessun tempo storico. L’Umanesimo è presente in tutte le culture sotto diverse denominazioni e forme, e fluisce verso rinnovati significati allo stesso modo in cui la specie umana transita, in una maniera dinamica, dal determinismo verso la libertà.

Questo Nuovo Umanesimo, per definizione plurale ed includente, non pretende un mondo uniforme o un pensiero unico, bensì la convergenza, il dialogo e l’azione congiunta di tutti coloro che si riconoscono in questa nuova sensibilità.

Affermare la necessità di un Nuovo Umanesimo significa anche affermare la ricerca di un Senso trascendente che giustifichi l’esistenza umana al di là della provvisorietà del trascorrere. Un Senso che si incontra nel profondo di ogni essere umano e che, una volta scorto, si traduce in un modo di vedere e di sentire che ci porta all’azione valida nel mondo interpersonale e sociale.

Il sito del Simposio: http://attigliano2012.worldsymposium.org

I video di tutte le conferenze: https://www.youtube.com/playlist?list=PLQv0z1JKAxsM45epz0SQvid4zx4zqPIrP

 

Secondo Simposio Internazionale “Fondamenti della Nuova Civiltà”

Simposio multicentrico mondiale, 29-31 Ottobre 2010


Il mondo che conoscevamo ormai non esiste più; il nostro vivere quotidiano si è trasformato profondamente. Un nuovo modo di essere inizia a profilarsi per l’umanità: la prima civiltà umana mondiale. Come sarà? Come vogliamo che sia?

Nel corso della storia decine di civiltà sono sorte, hanno vissuto il loro momento di apogeo e sono decadute. Oggi le civiltà ancora vigenti danno segni di esaurimento. Simultaneamente il progresso tecnologico ci permette di intravedere il mondo che sta arrivando, il mondo che è già qui.

Ma come sarà questo mondo?

Sarà una semplice proiezione meccanica delle attuali civiltà?

Sarà un “libero mercato” globalizzato, affinché pochi approfittino del benessere economico a costo della sofferenza della grande maggioranza?

Sarà un video-game apocalittico?

Sarà una guerra mondiale con bastoni e pietre, come diceva Einstein?

Sarà una sorta di Disneyland in cui l’Essere Umano perde il senso della sua esistenza?

Nulla di questo potrà realizzarsi. Il processo umano ci dice che l’umanità si trova dinanzi ad un bivio epocale in cui i vecchi paradigmi non danno più risposte e non sono più utili ad orientare l’azione umana. L’essere umano sta cercando un nuovo paradigma che soddisfi le aspirazioni di un Destino più grande, e non si accontenterà dei rimedi che vogliono salvare dal naufragio un sistema decadente e violento.

Il Centro Mondiale di Studi Umanisti ritiene che il nuovo mondo sarà così come lo costruiremo. È nelle nostre mani, quelle di tutti gli esseri umani del pianeta, che i segni della nuova civiltà esprimano i più alti valori umani: la risoluzione dei conflitti attraverso strumenti nonviolenti; la fine di ogni discriminazione per motivi fisici, economici o culturali; l’assenza di violenza fisica, economica, razziale, religiosa o di genere; la libertà di idee e di credenze; un pensiero capace di considerare i processi storici e le relazioni intersoggettive e interculturali; un ecosistema utilizzato in favore della vita e non per il consumo sfrenato di una minoranza; una spiritualità fondata sull’esperienza profonda di ciò che è umano. In sintesi una civiltà che metta l’essere umano come massimo valore.

Il sito web del Simposio: http://2010.worldsymposium.org

Tutti i video delle conferenze: http://2010.worldsymposium.org/index.php?page=interventi-attigliano&hl=it_IT

 

Simposio Europeo sulla Nonviolenza 

Attigliano, Italia, 24-25 Aprile 2009


L’interesse centrale del Simposio è stato richiamare l’attenzione sull’attuale crisi storica il cui nucleo è la violenza nel modo di vedere e di agire tra persone e popoli, e proporre per questa situazione soluzioni nonviolente. La prima proposta immediata è stato l’appoggio risoluto alla Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, svoltasi nell’ultimo trimestre del 2009.

Stiamo vivendo la prima crisi mondiale, dalla quale nessun essere umano è immune. Ciò che è in crisi non è una civiltà isolata, che potrebbe essere sostituita da un’altra come tante volte è successo nel passato, ma un modo di guardare il mondo, l’essere umano e una forma di relazione il cui segno attuale è la violenza.

L’uscita da questa crisi verrà allora da un nuovo sguardo su noi stessi, come individui e come società, uno sguardo dove prevalga la nonviolenza, in cui l’altro essere umano sia un fine in sé stesso e mai più un mezzo per un altro fine.

I Centri di Studio Umanisti d’Europa, con questo Simposio, hanno voluto considerare la portata della violenza in tutti i campi con l’interesse di trovare le risposte adeguate, mostrando inoltre l’unica alternativa: la nonviolenza.

Il Simposio ha visto la partecipazione di 13 relatori da 7 diversi Paesi, l’organizzazione di 3 tavole rotonde e di differenti momenti di interscambio ed eventi artistico-culturali.

Aree tematiche:

● Politica

● Economia

● Cultura e Religioni

● Disarmo

● Educazione

● Donne e giovani

● Salute


Le conferenze: http://www.csusalvatorepuledda.org/dokuwiki/doku.php?id=eventi:simposio02:start

 

Primo Simposio Internazionale “L’Etica nella Conoscenza”

Parco Punta de Vacas, Argentina, 13,14 e 15 novembre 2008

Da più di sette milioni di anni la specie umana procede instancabilmente nella sua evoluzione, superando le condizioni di origine che la limitano. Le conoscenze e le capacità accumulate rispondono a imperiose necessità: liberarsi dal dolore fisico e superare la sofferenza mentale.

L’essere umano, attraverso l’eccezionale attività della propria coscienza, si allontana ogni volta di più dal determinismo, a differenza di altre specie viventi che non fanno che rispondere agli stimoli del mondo naturale. Inoltre la sua capacità di avere coscienza della propria coscienza –essere cosciente di sé stesso- apre l’orizzonte a una nuova etica che dà senso alla sua vita e futuro all’umanità.

Niente può giustificare il fatto che un individuo o un gruppo di individui si impadroniscano del destino collettivo degli esseri umani a fini personali. Nessuno può monopolizzare le conoscenze di tutti per sé stesso, né rivendicare il possesso del patrimonio comune dell’umanità. Niente di ciò che viene creato da un essere umano è isolato dal lavoro degli altri esseri umani che lo hanno preceduto, che coesistono o che verranno in seguito.

Sapendo per esperienza che non si risolverà mai la violenza con la violenza, convinti che moralmente niente la giustifica, facciamo appello alla riflessione affinché si sviluppi una metodologia generalizzata della non-violenza con l’obiettivo di fare un passo ulteriore verso un’etica che permetta all’essere umano di uscire dal giogo dell’animalità.

In permanente ricerca di risposte liberatrici, consideriamo che la diversità, opposta all’uniformità, è la garanzia di una maggiore probabilità di soluzione. La conoscenza, quindi, deve contemplare la molteplicità di punti di vista come una necessità per l’arricchimento collettivo, la convergenza tra culture e la riconciliazione, tanto sociale quanto personale.

Durante il Simposio è stata emanata una Carta, alla maniera del giuramento d’Ippocrate, col desiderio di farla arrivare fino ai circoli di studio, ai luoghi di ricerca, ai media scolastici e universitari. Questo appello dovrà risuonare nel cuore e nella coscienza non solo degli eruditi, ma di tutti coloro che “condividono” questo pianeta. Affinché si modifichi la direzione distruttiva che ha oggi il nostro complesso mondo, la riflessione sulla relazione tra conoscenza ed etica è cruciale

 
Il Simposio

11 e 12 novembre: presentazione del Simposio nelle Università di Santiago del Cile e di Mendoza (Argentina).

13,14 e 15 novembre: lavori nel Parco Punta de Vacas, nella Cordigliera delle Ande. Si sono tenute 6 tavole rotonde e 14 tavole di interscambio, con la partecipazione di 62 relatori di 21 paesi di Europa, Asia, Africa e delle Americhe. Sono state realizzate 3 presentazioni di libri del Centro Mondiale di Studi Umanisti, le proiezioni di 3 documentari e di 4 conferenze. E’ stato inoltre presentato il Metodo Strutturale Dinamico, con il quale i Centri Studi Umanisti di tutto il mondo realizzano le loro ricerche.

Aree tematiche:

● Il punto di vista dell’Umanesimo Universalista

● Etica nell’Azione Politica

● Etica nelle Scienze Esatte e Naturali

● Etica nelle Scienze Sociali

● Etica nella Salute e nell’Educazione

● Etica, Cultura e Spiritualità

Nel sud del mondo, presso il Tetto dell’Occidente, i 500 partecipanti hanno aderito all’impegno etico di “Dare impulso allo sviluppo della conoscenza al di sopra di quanto è accettato come verità assoluta; ad applicare questa conoscenza solo per il benessere dell’essere umano, per il superamento del dolore e della sofferenza”.

Alcune conferenze tradotte in italiano: http://www.csusalvatorepuledda.org/dokuwiki/doku.php?id=eventi:simposio01:start

 

 

 

 

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